CENTRODONNA

IL DISAGIO DEGLI ADOLESCENTI

Tra inadeguatezza della famiglia, insufficienza della scuola e trascuratezza della società, sono numerosi segnali d’allarme sono pervenuti da diversi presidi e agenzie che registrano, soprattutto in riferimento agli adolescenti. Gli esperti ci dicono che gli adolescenti e i giovanissimi del nostro tempo sono sempre più soli e che il malessere adolescenziale è dovuta alla condizione di fragilità dei ragazzi sballottati tra disregolazione emotiva e cognitiva, mancanza di limiti e confini, non accettazione delle trasformazioni del corpo, relazioni con una competenza genitoriale inadeguata ed omissiva, insufficienza della scuola, fuga e rifugio nel mondo virtuale.
Questa fragilità rende gli adolescenti vulnerabili ed esposti a forme di psicopatologie (incremento dei casi di disagio, di autolesionismo, di disturbi del comportamento alimentare e del sonno) a dipendenze (dipendenze da alcol o droghe) a forme critiche di isolamento sociale, mancanza di riconoscimento della dignità dell’altro che sfociano in forme di violenza che fa parte del quotidiano e di cui ci accorgiamo quando entra prepotentemente nelle cronache come l’evento doloroso di Palermo accaduto l’estate scorsa. I servizi di assistenza ai ragazzi di età compresa tra 11 e 18 anni come anche la questione educativa, si impongono come sfide che saranno affrontate di concerto tra la varie istituzioni e le diverse parti sociali attivando sui territori alleanze educative ed azioni di vicinanza, in una visione
che considera la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente (One Health).
L’ambiente di vita dei nostri adolescenti è questo nostro territorio ricco di natura e di storia che
lungo i secoli si è caratterizzato per essere aperto agli sguardi ed accogliente: invasioni, civiltà, culture, religioni diverse lo hanno attraversato lasciando tracce preziose che è possibile riscontrare ovunque, nel paesaggio e nei segni fisici delle città e delle campagne. Ma il contesto sociale attuale è segnato anche da molteplici contraddizioni economiche e sociali con vasti settori sociali sempre più estesi ricacciati sulla soglia di povertà.
Sono gli effetti del permanere di una situazione di sottosviluppo economico e sociale, che ha determinato un crescente e costante svuotamento degli spazi sociali e di cittadinanza attiva impedendo l’emergere di adeguate politiche di promozione sociale e ambientale. In questo contesto di degrado e sviluppo non sostenibile i soggetti più deboli del tessuto sociale, in particolare quelli appartenenti alla dimensione dell’infanzia e dell’adolescenza e della prima fase giovanile, rappresentano le categorie più colpite e maggiormente minacciate.
Se per la fascia della prima infanzia e i bambini alcuni servizi, anche deficitari sono stai attivati, qui si è registrato sempre un deficit “patologico” di servizi destinati a ragazze e ragazzi adolescenti e/o giovanissimi e di servizi di sostegno alle attività delle agenzie educative e delle famiglie. Non ci sono dati statistici organizzati riferibili al territorio e, in particolare, alle condizioni di vita e di salute di adolescenti e giovani.
Traiamo elementi oggettivi dal Rapporto Annuale ISTAT 2023 che rileva che il Mezzogiorno è “il contesto territoriale arretrato più esteso e popolato dell’area euro”, in cui “negli ultimi decenni, il processo di convergenza interno sembra essersi gradualmente arrestato” . Secondo i dati ISTAT
in Sicilia, il 38,1% dei residenti risulta a rischio povertà, mentre quelli in stato di grave deprivazione
materiale e a bassa intensità di lavoro sono rispettivamente il 9,6% e il 22,9%.Si tratta di dati di
gran lunga superiori alla media nazionale: in Italia, infatti, nel 2021, il 20,1% dei residenti è a
rischio povertà. Il 5,6%, poi, si trova in stato di grave deprivazione materiale.
Il quadro di un territorio in affanno è completato dai dati sulla struttura della popolazione: gli
individui con 65 anni e oltre nella provincia di Agrigento passano dal 17,9% (dell’intera popolazione) del
2002 al 23,34%del 2022.
L’ISTAT rileva che come conseguenza di un persistente regime di bassa fecondità, le generazioni
di ragazzi che oggi hanno tra i 15 e i 34 anni – quelle nate tra la fine degli anni settanta e il 2000 –
sono numericamente inferiori a quelle che le hanno precedute. Le previsioni demografiche al 2050
prospettano un ulteriore declino di questo segmento di popolazione, sia in valore assoluto sia in
rapporto alla popolazione anziana.
Ci duole dovere sottolineare che relativamente ai dati sulle condizione di salute delle
ragazze e dei ragazzi 11-18 anni e in particolare sul benessere psicologico degli

adolescenti, nella regione Sicilia c’è l’assenza totale di dati ed indicazioni. Registriamo anzi
l’assordante silenzio dell’ Analisi del contesto demografico e profilo di salute della
popolazione siciliana, edito dall’Assessorato Regionale della Salute ed aggiornato al 31
dicembre2021, che semplicemente ignora il problema. Di conseguenza anche il PIANO
REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2020-2025, non affronta la questione posta con
autorevolezza dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (Agia) che, ha promosso una
ricerca scientifica nazionale sul neurosviluppo e sulla salute mentale dei bambini e degli
adolescenti in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
All’assenza di dati corrisponde l’assenza di servizi specifici per gli adolescenti.
Promuovere servizi di ascolto e consulenza, attività e azioni di vicinanza, è una sfida
che sollecita confronto, partecipazione e trasformazione di tutti gli attori in campo (istituzioni, educatori,
operatori, per sostenere l’attività educativa della scuola, e le competenze genitoriali e il ruolo positivo della
famiglia.
I limiti della scuola
Scrive Giuseppe Lavenia (in un articolo su Repubblica in occasione del Festival della salute) che
“La scuola, un tempo santuario dell’educazione a tutto tondo, ha perso di vista l’importanza di
nutrire l’anima tanto quanto la mente. Invece di essere un luogo dove i giovani imparano a essere
cittadini responsabili ed emotivamente equilibrati, le scuole sembrano essersi ridotte a fabbriche
per la produzione di risorse umane, funzionali ma spesso anemiche sul piano emozionale e
relazionale”. Parole dure che esigono un dibattito ed un seria riflessione sul ruolo della scuola:
come dire che a scuola è fatta per imparare a diventare risorse umana per le attività produttive.
Secondo gli esiti delle prove involsi , ma anche gli esiti del mancato sviluppo economico e sociale
ci dicono che anche su questo fronte la scuola mostra i suoi limiti. La Sicilia è ai primissimi posti
per la dispersione scolastica esplicita ed implicita. La prima per dispersione scolastica tra la scuola
media e le superiori. Come se la Sicilia avesse una sorta di “predisposizione strutturale” alla
dispersione scolastica.
Competenze genitoriali inadeguate ed omissive
Ai limiti delle istituzioni si accompagna la crisi della famiglia e il venir meno di competenze
genitoriali adeguate. La famiglia, che tradizionalmente è stata la colonna portante dell’educazione
affettiva, rispetto a questo compito indietreggia sempre di più cedendo sempre più sotto la
pressione della modernità. L’economia frenetica, la cultura dell’immediato e la saturazione dei
media digitali distraggono i genitori dal loro dovere primario: guidare i loro figli nel complicato
percorso dell’età adulta.
Attenzione al vuoto pericoloso
Se vengono meno Scuola e Famiglia resta un vuoto pericoloso colmato solo per piccoli gruppi da
forme di associazionismo positivo: la gran parte dei ragazzi cercano di colmare il vuoto con
qualsiasi mezzo a loro disposizione. Il mondo digitale fornisce ai ragazzi una valanga di contenuti
che, invece di educare, spesso distorcono. La pornografia online, per esempio, si erige come un
falso educatore in materia di sessualità, cementando stereotipi negativi e idee erronee sul
consenso e sul rispetto.
L’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza ci diche che è indispensabile potenziare e
promuovere i servizi di ascolto e consulenza… e che la presa in carico dell’adolescente debba avvenire a
tutto tondo, considerando i diversi attori con cui entra in contatto. In particolare, è utile sviluppare rete di
connessioni e servizi con le scuole, attraverso servizi che possano identificarsi come punti di riferimento per
l’accoglimento e l’ascolto del disagio».
Si impone una azione corale per:

  • rafforzare le competenze dei minori formando soggetti consapevoli del tempo, dello spazio,
    degli strumenti e quindi della cultura nella quale sono inseriti, potenziare la comunità
    educante integrando e potenziando le reti tra gli attori dei sistemi educativi;
  • potenziare e sostenere le competenze e capacità dei genitori;
  • ridurre le condizioni di disagio;
  • attivare di spazi e servizi integrativi dentro e fuori la scuola.
    Una sfida per tutti, famiglie , istituzioni, educatori operatori sociali.